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Prevenzione della Diastasi

L’Eccellenza in Chirurgia ispirata e dedicata alla cura e al benessere del paziente.

Principi di Prevenzione della Diastasi in Gravidanza

Studio la Diastasi, le sue complicanze ed implicazioni dal 2006.

Ho operato con tecnica mini-invasiva LAP-T senza recidive oltre 1200 pazienti con Diastasi dei muscoli retti primitiva e recidiva, insorta a seguito della gravidanza, sport eccessivo, obesità e malattia su base genetica.

È la casistica internazionale in laparoscopica e mini-laparoscopia più numerosa e con i migliori risultati.

Insegno la Tecnica LAP-T nelle Scuole di Alta Chirurgia dedicate a chirurghi già formati sia universitari che ospedalieri.

Migliaia sono le visite ed i controlli postoperatori che ho eseguito nel tempo.

Desidero quindi mettere a disposizione la mia esperienza per condividere principi di base che ritengo importanti per la prevenzione della diastasi, affinché sempre meno mamme debbano confrontarsi con queste problematiche dal forte impatto sulla qualità di vita, la sfera emotiva e sulla salute.

Prof Giuseppe Pozzi – Specialista in Chirurgia Generale

Prevenzione della Diastasi: come limitare l’insorgenza di questa patologia?

Per limitare l’insorgenza della Diastasi e della patologia erniaria correlata è importante quindi osservare alcuni principi fondamentali:

1) contenere il peso corporeo e tenere sotto controllo gli eventuali squilibri metabolici

2) sin dall’inizio della gravidanza è utile moderare l’attività sportiva, soprattutto gli esercizi fisici che coinvolgono i muscoli retti, prediligendo l’attività aerobica ed i corsi specifici dedicati

3) il terzo trimestre è il periodo più importante: dal sesto mese bisogna indossare una pancerina addominale specifica, per limitare lo stretching della parete addominale. L’aumento della dimensione dell’utero comporta di necessità l’aumento del volume addominale e modificazione anatomica della parete addominale.

prevenzione della diastasi

Quali sono i soggetti più a rischio?

I muscoli retti assecondano la progressiva distensione e l’incremento di superficie della parete, lentamente aumentano la lunghezza di almeno il 50%  e la loro larghezza di oltre il 100%, si assottigliano e purtroppo nel 20-30% delle donne primipare si separano, dando origine alla Diastasi dei Retti (ossia separazione dei muscoli retti).

La percentuale aumenta nettamente:

  • nella gravidanza gemellare
  • nella seconda gravidanza
  • nelle donne sportive
  • nelle donne con forte tono ed ipertrofia dei muscoli retti (elemento predisponente alla diastasi).

Bisogna fare attenzione alla patologia erniaria correlata (ernia ombelicale, epigastrica, ipogastrica ed il laparocele postcesareo) ed alla meno frequente Diastasi Laterale (separazione tra muscolo retto e muscolo obliquo).

Come capire se la Diastasi è presente?

  • L’auto-palpazione non è agevole. L’addome post-partum è lasso, morbido e poco tonico e, durante lo sforzo addominale in posizione supina, non mostra palesemente il classico bulging o “pinna mediana”, tipico segno diagnostico della diastasi dei retti.  È preferibile una diagnosi strumentale.

 

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  • Entro 3 mesi dal parto si può eseguire una Ecografia della parete addominale, da effettuare in posizione supina ed in piedi, sia a riposo che in valsalva (ossia sotto sforzo), per escludere la presenza di diastasi dei retti, ernie della linea mediana addominale (ombelicale, epigastrica, ipogastrica) e della regione inguinale e crurale.
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Cosa fare in caso di Diastasi?

In relazione al risultato dell’esame il comportamento dovrà essere diversificato:

  • Assenza di Diastasi e patologia erniaria

Si può subito iniziare un programma di riabilitazione dei muscoli retti, per l’aumento del tono e della trofia dei fasci, al fine di ottenere rapidamente un addome tonico, piano e responsivo agli sforzi fisici giornalieri comuni alle neomamme ed all’attività sportiva

  • Presenza di Diastasi, senza patologia erniaria

Le attività quotidiane che richiedano sforzi addominali è preferibile che vengano tutelate da una pancerina contenitiva. L’attività sportiva può essere eseguita con moderazione e con l’utilizzo di fasce di contenimento, meglio ancora se guidata da professionisti con esperienza specifica e conoscenza tecnica in questo campo, al fine di evitare un peggioramento della Diastasi.

  • Presenza di Diastasi con patologia erniaria

Fare attenzione agli sforzi fisici quotidiani; indossare durante il giorno una pancerina contenitiva e curare la stipsi per ridurre lo sforzo dell’evacuazione. Non è consigliabile autonomamente fare sport ed eseguire esercizi coinvolgenti i muscoli della parete addominale, poiché conseguirebbe un peggioramento della diastasi e soprattutto della patologia erniaria correlata. Esistono percorsi dedicati al mantenimento del tono fisico generale che non mettano a rischio le giovani mamme.

La diastasi dei muscoli retti purtroppo non è curabile con tecniche di riabilitazione motoria, ma si può contenere con esercizi dedicati.

Come si cura la Diastasi?

La cura della diastasi è solo chirurgica e l’intervento può essere eseguito dal quarto mese post-partum con un programma che tuteli l’allattamento. 

L’intervento chirurgico, nel rispetto del paziente e delle consolidate conoscenze scientifiche, deve contemplare alcuni principi fondamentali:

  • una ricostruzione anatomica, funzionale ed estetica della parete addominale
  • la stabilità del risultato nel tempo, evitando la temuta recidiva della diastasi
  • essere condotto con approccio mini-invasivo chirurgico ed anestesiologico
  • evitare o minimizzare l’impiego di materiale permanente durante l’intervento (tipologie di suture ed eventuale rete protesica), in relazione all’entità del caso clinico
  • complementare l’intervento con tecniche mini-invasive per l’eccesso di pelle e tessuto adiposo se utile al risultato estetico
  • consentire una rapida ripresa della quotidianità – alimentazione, deambulazione, doccia, guidare l’auto e soprattutto tenere in braccio i bambini
  • permettere la riabilitazione precoce della parete addominale, un compenso al danno da stretching muscolare durante la gravidanza, attraverso esercizi personalizzati
  • non precludere una gravidanza successiva

L’intervento chirurgico deve essere fatto una volta e bene. L’esperienza professionale e la chirurgia mini-invasiva rappresentano un binomio imprescindibile per la sua realizzazione.

Da cosa è caratterizzata la Tecnica LAP-T?

Anni di studio, ricerca scientifica e dedizione hanno permesso al prof Giuseppe Pozzi di realizzare tutti i requisiti che ritroviamo sintetizzati nella sua Tecnica.

 

In sintesi:

  • lo studio preoperatorio del caso clinico attraverso tecniche 3D Risonanza Magnetica o TC low dose, importanti per la programmazione e personalizzazione dell’intervento
  • la tecnica mini-invasiva in Laparoscopia gas less
  • le 3 piccole millimetriche incisioni in zone non visibili (sotto lo slip), per l’introduzione strumentazione chirurgica miniaturizzata, senza quindi scollamenti tissutali
  • l’assenza di drenaggi, catetere vescicale o punti di sutura esterni
  • l’anestesia senza intubazione, con un risveglio confortevole, senza nausea cefalea o altri sintomi fastidiosi e che consente l’allattamento a 48 ore dall’intervento
  • l’impiego se necessario di complementari tecniche mini-invasive per la rimozione dell’adipe e della pelle in eccesso
  • potersi alzare, camminare ed alimentare il giorno stesso dell’intervento
  • riprendere entro una settimana la normale quotidianità (la doccia dopo 48 ore, guidare l’auto dopo 3-4 giorni e prendere in braccio i bambini al rientro a casa)
  • dopo 7-14 giorni l’inizio della riabilitazione dei muscoli retti, propedeutica all’attività fisica ed allo sport
  • consentire una gravidanza successiva

La paziente a 6 mesi dall’intervento con tecnica LAP-T  e riabilitazione della parete addominale. 

La paziente a 6 mesi dall’intervento con tecnica LAP-T  e riabilitazione della parete addominale. le frecce indicano le millimetriche cicatrici dei punti di ingresso dello strumentario operativo, la micro-incisione centrale cade sulla cicatrice del cesareo. Ringrazio la paziente per la concessione delle immagini pubblicate.

La Chirurgia Video-laparoscopica Gas Less in sintesi:

 

  • Anestesia senza l’incubazione oro-tracheale
  • Mini incisioni cutanee con dimensioni millimetriche, senza punti esterni 
  • L’impiego di strumenti tubulari articolabili e strumenti miniaturizzati con diametro di circa 3-5-11 millimetri
  • Visione magnificata 3D, HD, 4K
  • Elevata precisione chirurgica
  • Minimo trauma e minimo dolore postoperatorio agevolmente controllabile
  • Ridotti tempi di degenza e rapido ritorno alle normali abitudini di vita

 

 

 

 

 

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