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Diastasi addominale: cos’è, come riconoscerla e come si cura
La diastasi addominale è una patologia ancora poco conosciuta. Si tratta di una condizione che può interessare soprattutto le donne dopo una gravidanza, ma non solo.
Vediamo cos’è la diastasi addominale, come si può riconoscere e quando bisogna intervenire chirurgicamente.
Cos’è la diastasi addominale?
La diastasi addominale consiste nella separazione ed il progressivo allontanamento dei muscoli retti addominali dalla linea mediana e nella trasformazione della linea alba in una lamina aponeurotica.
Essa rientra in un quadro più ampio di malattia della parete addominale conseguente allo stretching patologico dei muscoli retti e delle fasce di rivestimento aponeurotico, che subiscono una forzata distensione, assottigliamento e parcellare lacerazione, per un incremento della superficie parietale oltre due volte la normale al 9° mese.
Diastasi addominale, perché viene?
L’aumento di pressione e volume della cavità addominale, conseguente alla gravidanza, all’obesità, allo sport ed all’eccessivo sforzo fisico, determina uno stretching della parete addominale con danno alle strutture muscolari, alle fasce aponeurotiche che avvolgono i muscoli e può determinare la separazione o diastasi muscolare, che può essere di due tipi:
1) diastasi mediana nota come diastasi dei muscoli retti: separazione dei muscoli retti sulla linea mediana, che rappresenta la forma più comune;
2) diastasi laterale: separazione dei muscoli retti dai muscoli obliqui, presente nei casi di danno maggiore. Si possono rilevare frequentemente aree di lacerazione dei muscoli retti associate.
Quali sono le cause più comuni?
Vediamo nel dettaglio le cause più comuni della diastasi.
Gravidanza
La diastasi:
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è evidente nel 66% delle donne nel terzo trimestre;
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persiste nel 30-60% delle donne dopo il parto;
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interessa soprattutto le donne che hanno esercitato attività sportiva prima e durante la gravidanza.
La percentuale aumenta nelle gravidanze successive e nelle gemellari, così come l’entità della diastasi e del danno parietale.
L’intervento chirurgico è preferibile che venga eseguito quindi il prima possibile, con tecnica che possa permettere gravidanze successive.
Eccessivo sport, esercizio e sforzo fisico
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L’attività sportiva non correttamente regolamentata può comportare la lacerazione dei muscoli retti e della linea alba e la conseguente diastasi dei muscoli retti da eccessivo sforzo fisico.
La concomitante ed inadeguata dieta alimentare durante lo sport può favorire l’insorgere della diastasi addominale da sforzo.
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Aumento ponderale e obesità
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L’aumento progressivo del peso corporeo determina una distensione della muscolatura addominale e la trasformazione della linea alba in una lamina aponeurotica, non in grado di contenere adeguatamente i visceri addominali nella cavità.
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L’aumento ponderale cronico e/o intermittente determina la medesima modificazione anatomica e funzionale della parete addominale.
Familiarità e genetica
Tra i fattori che potrebbero causare diastasi addominale troviamo le malattie del collagene, con le modificazioni tissutali che determinano.
Età
L’età avanzata porta alla lassità tissutale
Come riconoscere la diastasi addominale? Valutazione e diagnosi
Per capire se si è in presenza di diastasi ed avere una diagnosi specifica del proprio caso il primo passo da seguire è quello di eseguire un piccolo test di valutazione.
Fase 1: L’autovalutazione
Per iniziare bisogna tenere presente che il test va svolto in posizione supina, con le gambe piegate e i piedi ben saldi a terra.
- Mettere una mano dietro la testa e l’altra sopra il muscolo addominale. Le dita devono essere sopra la linea mediana ma parallele alla linea della vita all’altezza dell’ombelico.
- Premere leggermente con le dita sul muscolo addominale rilassato.
- Sollevare testa e spalle dal pavimento senza piegare il collo e senza avvicinare il mento allo sterno, come per effettuare un “crunch” contraendo il muscolo addominale.
- Cercare le pareti del muscolo muovendo le dita a destra e sinistra. Man mano che la contrazione aumenta, si dovrebbe notare una diminuzione del “foro” nell’addome, tra i due retti.
- Inserire la punta delle dita di una mano nella fessura che si viene a creare, trasversalmente rispetto al retto dell’addome. Se almeno due dita sprofondano, potremmo essere in presenza di diastasi.
Fase 2: La diagnosi
Se l’autotest ha rivelato la presenza di una possibile diastasi, per avere la diagnosi accurata bisognerà rivolgersi a uno specialista, che in sede di visita valuterà il caso specifico e indicherà quali saranno gli esami diagnostici da effettuare (generalmente un’ ecografia della parete addominale o TC).
Entro 3 mesi dal parto si può eseguire una Ecografia della parete addominale in posizione supina ed in piedi, sia a riposo che in valsalva (ossia sotto sforzo) per escludere la presenza di diastasi dei retti, ernie della linea mediana addominale (ombelicale, epigastrica, ipogastrica) e della regione inguinale e crurale.
Lo studio TC o RM, con scansione della parete addominale a riposo ed in contrazione, è il punto di partenza per un’ accurata valutazione e costituisce la base per la definizione del programma terapeutico personalizzato per la migliore risoluzione del caso clinico specifico.
Perché bisogna curare la diastasi?
Non bisogna mai dimenticare che la diastasi addominale rientra in un quadro più ampio di malattia e, se non curata, potrebbe portare all’insorgere di altre problematiche associate.
Quali possono essere le complicanze della diastasi?
La diastasi non trattata potrebbe portare ad alcune complicanze:
- ernia singola, più frequentemente ombelicale o epigastrica;
- ernie multiple localizzate sulla superficie aponeurotica mediana compresa tra i muscoli retti, sede di diastasi, con l’evidenza di molteplici forami, condizione nota come “swiss cheese”;
- laparocele, conseguente a cedimento della sutura mediana, eseguita al termine di un intervento chirurgico addominale sulla superficie aponeurotica sede di diastasi dei muscoli retti, senza chiudere la diastasi mediante sutura diretta dei muscoli retti;
- lacerazione dei muscoli retti e della lamina aponeurotica cronicamente trazionata e sfibrata;
- disabilità
– psicologica: addome gonfio, con forma cilindrica, definito “a botte”, prominente a tal punto che simula il terzo trimestre della gravidanza
– fisica: nell’attività giornaliera, nell’esercizio fisico, nello sport, nel ponzamento e nell’impiego del torchio addominale durante l’evacuazione; - modificazione della postura del corpo;
- dolore vertebrale e lombare.
Immagine di paziente in posizione supina ed in contrazione addominale, con evidente Diastasi dei muscoli retti ed Ernia ombelicale recidiva (ernia precedentemente operata senza correggere la diastasi dei retti, quindi recidivata).
Si rileva una tumefazione centrale addominale esito del deficit di tenuta della parete addominale in presenza di Diastasi.
Si ringrazia il Paziente per aver concesso la pubblicazione delle immagini.
Paziente con Diastasi dei muscoli retti ed Ernia ombelicale in posizione supina ed a riposo
Paziente con Diastasi dei muscoli retti ed Ernia ombelicale in posizione supina ed in contrazione addominale
Si rileva una tumefazione centrale addominale esito del deficit di tenuta della parete addominale in presenza di Diastasi.
Di frequente è possibile rilevare il movimento delle anse intestinali sotto la cute, in assenza della protezione della parete addominale muscolare nella zona sede di Diastasi dei muscoli retti.
Si ringrazia la Paziente per aver concesso la pubblicazione delle immagini
Come si cura la diastasi addominale?
La diastasi addominale purtroppo non è curabile.
Nei casi meno gravi si può tentare di contenerla con esercizi dedicati, sotto la supervisione di specialisti.
Nella maggior parte dei casi l’unica soluzione è chirurgica.
Quando operare la diastasi addominale?
L’intervento chirurgico purtroppo è l’unica cura efficace nei casi di:
- Diastasi con distanza tra i muscoli retti maggiore di 3 centimetri;
- Diastasi con distanza infrarettale anche inferiore a 3 cm se complicata da ernie;
- Diastasi associata a patologia correlata (modificazioni della postura e dolore lombare);
- Diastasi complicata da ernia ombelicale (si puntualizza che, in presenza di ernia ombelicale e diastasi dei retti, l’ernia ombelicale rappresenta la complicanza della diastasi. La sola correzione dell’ernia ombelicale può risultare altamente fallimentare);
- Diastasi complicata da ernia epigastrica;
- Diastasi complicata da ernie multiple della regione mediana;
- Diastasi complicata o associata a laparocele (es: cedimento della sutura interna post cesareo con erniazione e protrusione mediana sotto-ombelicopubica);
- Diastasi associata o provocata da una lacerazione da sforzo della linea mediana o linea alba;
- Diastasi associata a lacerazione muscolare del retto o dell’obliquo;
- Diastasi Laterale, tra Muscolo Retto e Obliquo;
- Diastasi Recidiva.
La Recidiva della Diastasi dei Retti:
E’ un evento spiacevole che innanzitutto necessita di una corretta diagnosi.
La misurazione corretta della distanza tra i muscoli retti deve essere eseguita tenendo presente che rappresenta la distanza tra le aponeurosi di contenimento dei muscoli retti.
Nella normalità l’aponeurosi del muscolo retto ed i fasci muscolari contenuti all’intero sono contigui e non rileviamo differenza significativa nella misurazione se il cursore viene posizionato sul piano dell’aponeurosi o a livello dei fasci muscolari in contiguità con l’aponeurosi.
In altri casi i fasci muscolari in prossimità dell’aponeurosi a livello del margini mediali sono lacerati, fratturati, assenti; in questo quadro clinico rileviamo una differenza significativa nella misurazione della diastasi se il cursore viene posizionato correttamente a livello del margine mediale del muscolo retto sull’aponeurosi o erroneamente a livello dei fasci muscolari fratturati distanti dall’aponeurosi anche centimetri. Una non corretta misurazione può determinare una diagnosi errata di diastasi recidiva.
Una volta eseguita quindi una corretta misurazione, si considera una Diastasi Recidiva:
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Diastasi con distanza infrarettale maggiore di 3 centimetri, con integrità del tessuto fibroso aponeurotico di connessione tra i retti.
- Nel caso non sia stata posizionata durante l’intervento chirurgico una rete protesica a protezione della ricostruzione della parete e della linea mediana addominale, la Diastasi Recidiva si può associare a patologia erniaria (ernia ombelicale, epigastrica, ipogastrica) e l’intervento chirurgico correttivo risulta necessario.
- Nel caso sia stata posizionata durante l’intervento chirurgico una rete protesica a protezione della ricostruzione della parete e della linea mediana addominale, rilevare una Diastasi con distanza infrarettale di 3-4 centimetri non è clinicamente significativo e necessita solo in pochi casi di un intervento chirurgico correttivo. Una corretta riabilitazione della parete muscolare e la presenza della protezione della rete protesica può essere sufficiente ad ottenere un buon risultato.
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Diastasi con distanza infrarettale inferiore ai 3 cm viene considerata patologica nel caso sia lacerato o interrotto il tessuto fibroso aponeurotico di connessione tra i muscoli retti. Il tessuto di connessione può essere stato sezionato per scelta tecnica durante il primo intervento, o può essersi lacerato successivamente per scarsa tenuta. In entrambi i casi si viene a delineare una patologia nota come Laparocele.
Come risolvere la diastasi addominale?
Come si può risolvere allora la diastasi addominale? Come detto, nella maggior parte dei casi la soluzione può essere solo chirurgica.
Quando l’intervento è inevitabile l’impiego di una tecnica mini-invasiva costituisce un importante vantaggio per il paziente.
L’intervento ricostruttivo deve ripristinare l’anatomia, la funzione e l’estetica della parete addominale, percorrendo strade chirurgiche il più possibile mini-invasive a cui corrispondano anestesie più leggere e meno gravose per l’organismo.
La soluzione: la tecnica LAP-T ®
Risolvere la diastasi addominale in modo efficace è possibile, con un intervento chirurgico dedicato, affinato nei dettagli sulle specificità di ogni singolo caso e con un risultato stabile nel tempo.
La Tecnica LAP-T ®, ideata ed eseguita dal Professor Giuseppe Pozzi, consente il trattamento mini-invasivo di casi clinici anche avanzati con distanza dei muscoli retti fino a 12 cm ed ernie e laparoceli eventualmente associati.
Disegno raffigurante la Diastasi dei Muscoli Retti, ossia la Separazione mediana dei Muscoli retti.
Disegno raffigurante la risoluzione mini-invasiva della Diastasi dei muscoli retti con tecnica LAP-T ®, con la stabile sutura muscolo-aponeurotica dei Muscoli Retti, la ricostruzione della linea mediana ed i 3 piccoli punti di accesso sovranpubici per l’ingresso degli strumenti della Laparoscopia gas-less.
Immagine pre-operatoria
Diastasi dei muscoli retti ed Ernia ombelicale
È evidente la separazione dei muscoli retti dalla linea mediana addominale
Si ringrazia la Paziente per aver concesso la pubblicazione delle immagini.
Immagine post-operatoria Tecnica Lap-T ®
Diastasi dei muscoli retti ed Ernia ombelicale
Sono quasi invisibili le millimetriche cicatrici chirurgiche sotto il segno dello slip.
Si ringrazia la Paziente per aver concesso la pubblicazione delle immagini.
Foto al termine dell’intervento chirurgico eseguito con tecnica LAP-T ®
Le frecce indicano 3 punti di ingresso dello strumentario laparoscopico
Immagine al termine dell’intervento con Tecnica Lap-T ®
Le frecce indicano la linea mediana ricostruita con sutura muscolo-aponeurotica introflettente personalizzata, dedicata al caso clinico specifico. La tecnica di esecuzione della sutura mediana metterà in evidenza la “turtle shape” della parete addominale.
Paziente Body Builder in gara 6 mesi dopo la ricostruzione con tecnica LAP-T ® in fase di consolidamento (ricostruzione eseguita per lacerazione della linea mediana addominale da sforzo eccessivo, con diastasi asimmetrica dei muscoli retti, distanza infrarettale circa 7 cm, ernia ombelicale ed ernia epigastrica recidiva dopo intervento open con rete protesica, eseguito in altra sede).
Il rapido ritorno allo sport è una delle prerogative della tecnica LAP-T ®.
Si ringrazia il Paziente per aver concesso la pubblicazione delle immagini
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